martedì 6 dicembre 2011

SOMETHING OLD, SOMETHING NEWT


Quindi sarà lui?
Davvero uno che divenne deputato quando Reagan non era ancora presidente ed Obama non aveva ancora finito il liceo, uno che ha già "fatto la rivoluzone" da speaker della Camera (e uomo dell'anno per TIME ) ai tempi di Bill Clinton, quando Obama era un ambizioso  community organizer 34enne alle prese con una precoce autobiografia, può essere "l'uomo nuovo" che tenterà di cambiare colore alla Casa Bianca nel 2012?
Possibile?
Dopo il suicidio di Rick Perry (anche se il potente Haley Barbour, che l'ha preceduto alla presidenza della associazione dei governatori repubblicani, pochi giorni fa invitava a non darlo ancora per morto) e il forfait di quello della pizza (i cui consensi sono destinati ad essere facilmente calamitati dal "prossimo in lista", trattandosi di elettorato di opinione non strutturato), non resta molto altro sul menu.
Mitt Romney, quello che doveva essere l'"inevitabile" trionfatore di queste primarie repubblicane, proprio non riesce a guadagnare terreno - ed anzi le sue azioni sono in netto calo non solo in Iowa, ma anche in Florida e in South Carolina, e cominciano a calare persino in New Hampshire - gli stati in cui si gioca tutta la partita dell'early vote.
Tutto, quindi, sembra giocare a favore del vecchio Newt.
Che è uno bravo, non c'è dubbio: ieri ad esempio, per battere il ferro finché è caldo, ha lanciato in Iowa uno spot TV che finalmente porta in questa campagna lo spirito ottimista e fiducioso di quella per la rielezione di Reagan ("Morning in America") di cui segnalavo la mancanza a settembre, quando pareva che il duello sarebbe stato Romney/Perry.
Ecco l'originale del 1984:


Ed ecco la riedizione modello "Newt 2012":


Certo, Gingrich ci sa fare. In primavera gli ottimi Mancia & Bressan avevano le loro ragioni per accendere i fumogeni sulla base della considerazione che in questo ciclo "servono idee"; e sotto questo profilo il vecchio "storico autodidatta" Newt è, indiscutibilmente, un vulcano in eruzione.


Eppure, non è così semplice. Il vecchio Newt resta una minestra riscaldata, un arcinoto esponente di quella esecrata vecchia "casta" corrotta e spendacciona di politicanti di Washington che ultimamente sta tanto sulle palle un po' a tutti, Tea Partiers in primis. Ieri il Partito Democratico ha lanciato un nuovo, micidiale spot che relega in quell'odiata categoria il povero Romney, sbertucciandolo per il suo tentativo di spacciarsi  per outsider; ma se alla fine il candidato fosse Gingrich, quanti e quali spunti avrebbero per sfottò di questo genere?
A centrare il punto nelle scorse ore è stato Charles Krauthammer: Gingrich ha scarse chance con il decisivo elettorato "indipendente", non perché troppo conservatore o troppo poco moderato, ma perché troppo legato alla vecchia politica nei confornti della quale gli elettori, specialmente quelli non affiliati ad uno dei due grandi partiti, sono ora più che mai disillusi ed insofferenti.
Per di più, in oltre trent'anni di carriera ha collezionato moltissimi nemici anche dentro la galassia repubblicana. Secondo The Politico molti suoi detrattori in questi giorni si stanno mordendo la lingua, temendo che prossimamente dovranno ingoiare il rospo; non tutti però, visto che sul web circolano già svariate malignità da parte di suoi compagni di partito pronti a giurare che Obama pagherebbe pur di avere la fortuna di ritrovarsi lui come avversario.

Il debutto di questa nuova versione del fatidico "duello" sarà sabato prossimo proprio in Iowa, a Des Moines, in occasione del primo dibattito elettorale successivo all'uscita di scena di Cain. I sondaggi della settima prossima, dunque, ci diranno molte cose.

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